sabato 25 febbraio 2023

"Chin chin chidori" (ちんちん千鳥), Cip cip fanno i pivieri



Cip cip fanno i pivieri (ちんちん千鳥/ chin chin chidori)

Testo: Kitahara Hakushū, Musica: Konoe Hidemaro

1921

Cip cip fanno i pivieri nella notte,
nella notte.
Anche chiudendo la porta a vetri, fa ancora freddo,
fa ancora freddo.

Cip cip fanno i pivieri, e il loro canto,
il loro canto
Anche spegnendo la lampada, ancora non smette,
ancora non smette.

Cip cip fanno i pivieri, ma non hanno dei genitori?
Il vento notturno soffia e corre sul fiume
sul fiume.

Cip cip fanno i pivieri, ma non vanno a dormire?
La prima stella del mattino si sta accendendo velocemente.

Testo originale e trascrizione

ちんちん千鳥の 啼く夜さは        chinchin chidori no naku yosa wa
啼く夜さは                                        naku yosa wa
硝子戸しめても まだ寒い           garasudo shimetemo mada samui
まだ寒い                                           mada samui

ちんちん千鳥の 啼く声は          chinchin chidori no nakugoe wa
啼く声は                                          nakugoe wa
燈を消しても まだ消えぬ          akari wo keshite mo mada kienu
まだ消えぬ                                      mada kienu

ちんちん千鳥は 親ないか          chinchin chidori wa oya nai ka
夜風に吹かれて 川の上              yokaze ni fukarete kawa no ue
川の上                                              kawa no ue

ちんちん千鳥よ お寝らぬか      chinchin chidori yo oyoranu ka
夜明の明星が 早や白む              yoake no myoujou ga yaha shiramu



Protagonisti della canzone sono i pivieri con il loro canto notturno. 

Cosa vuol dire "ma non hanno dei genitori"?

Il cinguettio del piviere è simile al suono "chi", che di solito sembra ripetuto in coppie (chichi, chichi...). Da qui l'idea, presente anche in altri testi, che l'uccello sia alla ricerca del padre (chichi 父 in ɡiapponese) che continua a chiamare quasi disperatamente.

mercoledì 15 febbraio 2023

"Kono michi" (この道), Questa strada

Questa strada (この道 / kono michi)

Testo: Kitahara Hakushū, Musica: Yamada Kōsaku

1926

Questa strada l'ho già fatta...
Ah, ma certo!
ci sono le acacie in fiore.

Quella collina l'ho già vista...
Ah, ma certo!
Ecco, è quella con l'orologio bianco!

Questa strada l'ho già fatta...
Ah, ma certo!
L'ho percorsa in carrozza con mia madre!

Quella nuvola l'ho già vista.
Ah, ma certo!
Anche i rami del biancospino si stanno curvando.

Testo originale e trascrizione

この道はいつかきた道            kono michi wa itsuka kita michi
ああ そうだよ                         aa, soudayo
あかしやの花が咲いてる        akashiya no hana ga saiteru

あの丘はいつか見た丘            ano oka wa itsuka mita oka
ああ そうだよ                         aa, soudayo
ほら 白い時計台だよ               hora shiroi tokeidai da yo

この道はいつかきた道            kono michi wa itsuka kita michi
ああ そうだよ                         aa, soudayo
お母さまと馬車で行ったよ     okaasama to masha de okonatta yo

あの雲いつか見た雲            ano kumo wa itsuka mita kumo

ああ そうだよ                          aa, soudayo
山査子の枝も垂れてる            sanzashi no eda mo tareteru


In Ventiquattro Occhi ti Tsuboi Sakae questa canzone viene solo nominata fra le tante imparate dai bambini durante le lezioni della maestra, rientrando fra quelle inserite all'interno dei libri per le scuole elementari.

Si tratta in realtà di una poesia scritta da Kitahara in cui il paesaggio che vede camminando, un po' come la famosa madeleine proustiana, fa affiorare continuamente ricordi del passato.

Il testo è stato scritto pensando a un viaggio verso l'Hokkaido con gli amici, ma su questo ricordo si affastellano quelli di altri momenti della sua vita, come ad esempio il viaggio in carrozza (cioè un mezzo di trasporto trainato da cavalli, non pensiamo alle carrozze europee) con la madre verso la casa di famiglia nella prefettura di Kumamoto. 


Qui lo spartito preso dalle pagine di un libro giapponese della Zen-on.

mercoledì 18 gennaio 2023

"Awate tokoya" (あわて床屋), Il barbiere confuso

Il barbiere confuso (あわて床屋 - Awate tokoya)
Testo: Kitahara Hakushū, Musica: Yamada Kōsaku
1923

Con l'arrivo della primavera in anticipo, fra i giunchi sulla riva del fiume
i granchi aprirono un negozio da barbiere.
ZAC ZAC ZAC 
Il granchio giovane scioglieva il sapone fra mille bolle,
mentre l'anziano faceva schioccare le forbici, tutto fiero.
ZAC ZAC ZAC
Venne come cliente un coniglio
"Presto, barba e capelli in fretta!"
ZAC ZAC ZAC
Il coniglio era impaziente e il granchio si agitò
"Veloce, veloce", i clienti aumentavano.
ZAC ZAC ZAC
Le orecchie, sempre in mezzo, continuavano a saltellare
e lui, ancora più confuso, ZAC, ne tagliò uno.
ZAC ZAC ZAC
Il coniglio si arrabbiò, e il granchio fece una figuraccia,
e non avendo altra soluzione, scappò nella sua tana.
ZAC ZAC ZAC
E non avendo altra soluzione, scappò nella sua tana.
ZAC ZAC ZAC



Testo originale e trascrizione

春は 早うから 川辺の葦に                        haru wa hayau kara kawabe no ashi ni
カニが店出し 床屋でござる                        kani ga mise dashi tokoya degozaru
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

小ガニぶつぶつ 石鹸をとかし                    kogani butsubutsu shabon wo tokashi
おやじ自慢で はさみを鳴らす                    oyaji jiman de hasami wo narasu
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

そこへ 兎が お客にござる                        soko e usagi ga okyaku ni gozaru
どうぞ急いで 髪刈っておくれ                    douzo isoide kami katte okure
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

兎ァ 気がせく 蟹ァ あわてるし            usagi a ki ga seku kani a awateru shi
早く早くと 客ァ つめこむし                     hayaku hayaku to kyaku a tumekomu shi
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

じゃまなお耳は ぴょこぴょこするし        jamana omimi wa pyokopyoko suru shi
そこであわてて チョンと切り落とす        sokode awatete chon to kiriotosu
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

兎ァ おこるし 蟹ァ 恥ョ かくし        usagi a okoru shi kani a haji yo kakushi
しかた なくなく 穴へと逃げる                shikata naku naku ana e to nigeru
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna

しかた なくなく 穴へと逃げる                shikata naku naku ana e to nigeru
チョッキン チョッキン チョッキンナ    chokkin chokkin chokkinna


Con questo post voglio inaugurare una piccola serie sulle canzoni presenti nel romanzo che ho tradotto recentemente, "Ventiquattro occhi" di Tsuboi Sakae. I brani costellano tutta la prima parte della narrazione, legata all'infanzia.

Nel testo bambini e la maestra vanno in spiaggia dopo la tempesta per trovare un po' di serenità in seguito alla sfuriata della proprietaria dell'emporio, e si mettono a cantare in coro questa canzone. Si tratta di uno dei brani inclusi nei libri che all'epoca venivano creati appositamente per le scuole.

giovedì 3 novembre 2022

Un grande ritorno?

 Riesumo questo vecchio blog con l'intenzione di riportare un sacco di cose che ho scoperto sul Giappone nel periodo che va dalla fine degli anni Venti al secondo dopoguerra e in cui mi sono imbattuta durante la traduzione del mio secondo libro, presto in vendita. 

Ora, siccome io sono un po' maniacale, il libro in questione è strazeppo di note, ma qui posso aggiungere le immagini!!!


martedì 26 luglio 2022

Il Terremoto, Fukushima e la fuga

Andiamo un po' con ordine e cerchiamo di ricostruire le mie vicende a partire dall'11 marzo 2011.

Essendo stata licenziata, all'ora del terremoto ero bel bella a casa che lavoravo su internet.
La mia meravigliosa stanza al quinto (in nippia, quarto nel mondo reale) piano ha iniziato a scuotersi.
Siccome non mi spaventano un granché i terremoti in Giappone, me ne stavo tutta tranquilla a continuare ciò a cui ero intenta quando, improvvisamente, ho deciso che forse sarebbe stato meglio "abbandonare la nave". Gli eventi scatenanti di questo repentino cambio d'idee sono state le cadute di tv, lettore dvd, specchio, forno elettrico.
Ho deciso che forse era meglio andar via.
Sono uscita dal mio appartamento e ho sentito ciò che mi ha spaventato di più in tutta la mia esperienza diretta di questa catastrofe. Un rumore. Ero convinta fosse il suono provocato dagli altri abitanti del palazzo che correvano giù per la scala antincendio ("ah, come si spaventano facilmente!!") evidentemente - dal suono - fatta in metallo. Ho aperto la porta della suddetta scala e ho scoperto che non solo era deserta, ma era in cemento. Ho quindi realizzato che il frastuono che sentivo altro non era che l'ascensore che veniva sbattuto contro le pareti.